Se fate una ricerca in rete alla voce “furti di rame” rimarrete colpiti dalla quantita’ di notizie disponibili; il quadro generale indica che il problema e’ diffuso a livello italiano ed europeo. La federazione ANIE lo scorso febbraio 2011 ha rilasciato questo comunicato;
“Federazione ANIE unitamente a rappresentanti dei principali committenti nei settori energia, trasporti ferroviari e telecomunicazioni, porta un suo concreto contributo al tavolo per l’adozione di un protocollo tra le diverse parti interessate volto a definire le azioni di contrasto al fenomeno dei furti di rame.
Già nel 2008 ANIE aveva portato all’attenzione degli organi competenti il drammatico fenomeno, che aveva subito una battuta d’arresto solo in conseguenza della crisi.
La risalita e la crescente volatilità delle quotazioni nel mercato internazionale delle commodity ha incentivato nuovamente le azioni illegali tese al contrabbando dell’”oro rosso”, sia da parte di organizzazioni criminali, sia di individui e gruppi non strutturati. Nell’ultimo anno la decisa ripresa della domanda industriale, in particolare da parte delle economie emergenti asiatiche, ha trainato il rialzo dei prezzi delle materie prime, fenomeni speculativi ne hanno accentuato gli effetti.
In conseguenza di tali dinamiche le quotazioni del rame hanno toccato massimi storici e nelle attese non sono destinate a ridimensionarsi per tutto l’anno in corso.
Negli ultimi mesi sono stati interessati da frequenti episodi non solo reti ferroviarie e stazioni, ma anche depositi e sedi di aziende che impiegano largamente nei processi produttivi il prezioso metallo, con conseguenze negative per operatività aziendale e redditività.
Da un’indagine avviata dalla Federazione fra la imprese associate nell’autunno 2010 è emersa in particolare l’allarmante diffusione del numero di tentativi di furto, spesso anche reiterati nello stesso sito produttivo e nello stesso periodo.”
Gia’ nel 2006 si parlava di questo nuovo trend, come riporta il seguente articolo uscito sul Corriere della Sera nel 2006 dal titolo: “Da Milano alla Cina, il business dei ladri di rame”;
“Hanno messo in ginocchio le ferrovie. Rallentato per mesi la linea verde del metrò. Terrorizzato i camionisti sulle autostrade. La caccia al rame è sfrenata e quotidiana. Bande di rom, romeni e bulgari rubano il metallo dai binari e dalle gallerie, nei cantieri e nei palazzi e nei cimiteri. Qualsiasi oggetto può essere riciclato e reimmesso nel circuito dell’ economia clandestina. Al mercato nero di rottamai e fonderie, l’ «oro rosso» vale 3 euro al chilo. Ma perché un banditello di strada dovrebbe rubare il rame? È la domanda che si sono fatti gli agenti della polizia ferroviaria di Milano quando sono iniziati i furti sui binari, poco più di un anno fa. Passa qualche mese. A giugno vengono bloccati 24 container nel porto di Lamezia Terme. Un mese dopo, altro sequestro: dodici container a Trieste. Oltre 200 tonnellate di rame riciclato. Una ditta di Milano indagata per entrambe le spedizioni. Stessa destinazione: Shanghai. Si scopre cosa c’ è dietro l’ ultimo affare in larga scala della microcriminalità: «L’ industrializzazione della Cina – spiega Claudio De Cani, direttore dell’ Associazione nazionale delle industrie metalli non ferrosi – ha provocato un’ eccezionale impennata della domanda di rame, che le miniere, a livello globale, non riescono a soddisfare». Risultato: da un paio d’ anni si compra qualsiasi pezzo di rame, senza badare alla provenienza. Il mercato criminale intercetta la domanda. L’ economia cinese galoppa e i rom di via Idro, via Triboniano e Cernusco sul Naviglio (inconsapevoli) sono pronti a rifornirla. Ogni notte sui binari delle ferrovie o del metrò per rubare cavi delle linee aeree e «trecce» dei sistemi di sicurezza. Bilancio della direzione regionale di Trenitalia: 57 furti sui binari in tutto il 2005, 113 nei primi dieci mesi del 2006. Tra rame rubato e interventi di riparazione, i danni ammontano a un milione di euro. Più le mattinate di passione per migliaia di pendolari sui treni in ritardo. Le linee più tartassate sono quella per Novara, quella verso Luino e tutti i nodi ferroviari intorno a Milano. «I furti – spiega Trenitalia – provocano rallentamenti, ma non hanno mai pregiudicato la sicurezza». Domenica l’ ultimo blitz. Nel pomeriggio i carabinieri arrestano cinque clandestini romeni che staccano pezzi di rame dal sottotetto di un cantiere in piazza Napoli. Quaranta chili di metallo sequestrati. Ventisette ottobre: gli agenti della sezione problemi del territorio della polizia municipale segue un autocarro rubato che entra nel campo nomadi di via Triboniano. I rom scappano, ma gli agenti sequestrano 8 bobine da oltre 800 metri di cavo elettrico, rubate nello stabilimento della Edison di Cesano Maderno. Al compartimento Polfer di Milano è stata creata una squadra speciale antifurti: 20 arresti e 40 denunce, negli ultimi mesi, hanno ridotto almeno del 40 per cento le razzie. Fine ottobre: i carabinieri arrestano una banda del rame al confine tra Milano e Cologno. Tre romeni. A causa dei loro furti, negli ultimi mesi, i treni del metrò verde sono andati a rilento nel tratto fuori città, oltre Cascina Gobba. Nel corso del 2006 i militari hanno arrestato in flagranza 33 persone e recuperato rame rubato per un milione di euro. Ma come arriva in Cina il bottino dei furti? Spiega De Cani, direttore di Assomet: «Esiste un’ organizzazione industriale parallela di fonderie compiacenti». Un investigatore scende più nel dettaglio: «I ladri si rivolgono a ricettatori e rottamai ricavando tra i 2 e i 3 euro al chilo, a seconda della qualità e dell’ usura del metallo. Poi ci sono le fonderie, che pagano il rame tra i 4 e i 5 euro al chilo e lo trasformano in lingotti. Da qui intervengono gli spedizionieri che inviano i container in Oriente». Più si sale nella scala, più è complicato dimostrare la provenienza illegale. Ultima quotazione del rame alla borsa dei metalli: 7.600 dollari la tonnellata. Più 50 per cento rispetto all’ anno scorso. Il rame è alla base di molte produzioni: motori, rubinetti, serrature, qualsiasi oggetto abbia all’ interno contatti elettronici, dai giochi per bambini ai cellulari. Prodotti che dalla Cina vengono rivenduti in Europa, in Italia, a Milano, dove la materia prima è stata rubata. Anche dai cimiteri: vasi di fiori e cornici delle foto sulle tombe sono di rame, «oro rosso» dei ladri. il traffico e i controlli il percorso *** dall’ Italia a Shanghai *** Il rame rubato viene venduto a 3 euro al chilo al rottamaio. Quest’ ultimo lo vende alla fonderia a 5 euro e la fonderia lo trasforma in lingotti che poi spedisce in Cina a 8 euro al chilo *** i reati *** romeni in manette *** Dall’ inizio dell’ anno a oggi sono finiti in manette più di 50 romeni presi in flagranza di reato, mentre caricavano il rame rubato sui furgoni. Ma le denunce contro ignoti sono centinaia *** i treni *** razzie e interventi *** Il bilancio di Trenitalia è pesante: 57 furti sui binari in tutto il 2005, 113 nei primi dieci mesi del 2006. Tra rame rubato e interventi di riparazione, i danni hanno superato il milione di euro.”
Riporto un paio di notizie recenti tanto per dare un’idea della frequenza e dell’ampiezza con cui avviene questo fenomeno;
Fonte: Il Corriere della Sera
07 Aprile 2011. Un’anziana rischia di finire in carcere in Georgia dopo aver provocato il blocco dei servizi Internet nella vicina Armenia. Il Paese si è trovato impossibilitato a navigare in Rete per diverse ore lo scorso 28 marzo, a causa del danneggiamento dei cavi che collegano la Georgia all’Armenia. Un portavoce del ministero degli Interni georgiano ha riferito che la donna, 75 anni, ha riconosciuto di aver danneggiato i cavi in fibra ottica mentre scavava alla ricerca di rame. È stata incriminata e secondo quanto riportano i media locali rischia fino a tre anni di reclusione. «Tenendo conto della sua età avanzata, è stata rilasciata in attesa della fine dell’inchiesta e del successivo processo», ha dichiarato un portavoce della procura. L’anziana stava scavando alla ricerca di rame nel villaggio georgiano di Ksani. I cavi, di proprietà della società Georgian Railway Telecom, garantiscono il servizio nella Georgia orientale, in Armenia e in Azerbaigian. (fonte: TMNews)
Fonte: Agenzia Informazione Ferrovie dello Stato
(FERPRESS) , Roma, 29 MAR – L’ennesimo, seppur limitato, furto di rame ai danni della rete ferroviaria sulla linea Roma – Cassino ha provocato notevoli ritardi e disagi per i pendolari diretti alla Capitale. Dopo l’intervento delle squadre di soccorso la circolazione dei treni è ritornata alla normalità alle 12.30. Sono rimasti coinvolti 70 treni regionali con ritardi medi di 10 minuti. Il furto è stato rilevato dalle squadre tecniche di pronto intervento del Gruppo FS inviate sul posto dalla Sala Operativa in seguito all’anomalia segnalata dagli apparati tecnici di sicurezza. I cavi in rame (in questo caso si è trattato di poco più di 40 metri) alimentano i sistemi di controllo della circolazione. La sottrazione dei cavi– sottolineano gli uomini della sicurezza ferroviaria – “non comporta problemi di sicurezza alla circolazione ferroviaria che prosegue, sebbene rallentata, secondo specifici protocolli di sicurezza”. Del problema dei furti di metalli lungo le linee ferroviarie, e dei progetti anche europei in corso di definizione per contrastarli, si parlerà domani nel corso prima conferenza internazionale del progetto della Commissione Europea POL-PRIMETT presso il Centro logistico della Guardia di Finanza di Roma, a cui Ferpress è stata invitata a partecipare; “
“La conferenza – si legge in un comunicato stampa dell’evento – riunisce esponenti provenienti da tutta Europa delle forze di polizia, dell’interpol, esperti di sicurezza e di intelligence, magistrati, responsabili di sicurezza di grandi aziende colpite dal fenomeno dei furti di rame e di metalli”. Durante i lavori, che termineranno alle 12.30, sarà distribuito il primo rapporto sul fenomeno in Italia, contenente un analisi del ruolo del mondo della comunicazione nella creazione di una consapevolezza del problema dei furti di metallo. “I furti di rame e di altri metalli – si legge nella nota – sono un fenomeno in enorme crescita in tutta Europa a partire dal 2003, quando la grande crescita industriale dell’Asia ha iniziato a far sentire i suoi effetti sui prezzi delle materie prime e del rame in particolare. In pochi anni il valore del rame, uno dei metalli più duttili e di larghissimo impiego, è aumentato del 400 per cento producendo una vera e propria caccia all’oro rosso. Una caccia che non ha risparmiato le linee telefoniche, le reti ferroviarie, le reti elettriche, ma anche le tubazioni delle abitazioni, i cimiteri, le grondaie delle casse”. Secondo la Commissione europea quantificare il valore del danno è ancora difficile, ma sicuramente è lecito affermare che tali furti rappresentano in Europa il maggior reato emergente negli ultimi anni.
Fonte: Il Metapontino
1 aprile 2011. MATERA – E’ quasi certo che i responsabili dei furti di rame avvenuti nel metapontino nelle passate settimane siano i componenti, alcuni almeno, della banda sgominata questa notte nel corso dell’operazione “Rame” dalla Squadra Mobile della Questura di Matera, in collaborazione coi Carabinieri. Lo ha confermato il Vice Questore, Luisa Fasano: “La matrice dovrebbe essere quella, stiamo comunque ricostruendo la loro attività proprio per rispondere a tutti i numerosi episodi avvenuti in questi anni”. Sono state undici le ordinanze di custodia cautelare disposte a carico di tre cittadini italiani e 8 rumeni (tra questi una sola donna), 4 dei quali al momento all’estero e raggiunti da un mandato di cattura internazionale, ed emesse dal gip di Matera Rosa Bia su richiesta del pm Alessandra Susca. I furti di oro rosso, oltre un centinaio tra le province di Potenza, Matera, la Lombardia e il Molise, sono avvenuti negli ultimi tre anni e avrebbero provocato danni stimati per cinque milioni di euro. I danni maggiori alle linee elettriche, telefoniche e ferroviarie. Nel corso delle attività di indagine, durate alcuni mesi, sono stati circa 50 i quintali di refurtiva recuperata prima che l’anima in rame venisse estratta dai cavi ed immessa sul mercato.
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