Fonte: Huffingtonpost
Nei vagoni dei treni che percorrono la tratta Foix – Tolosa in Francia, e’ stata affissa una nota in cui si chiede ai viaggiatori di riporate al capotreno la presenza di cittadini romeni, colpevoli secondo la nota, dei numerosi furti di valigie avvenuti di recente.
Su vari siti francesi sono apparsi messaggi razzisti contro la comunita’ romena che avrebbe “invaso” la Francia. Come avviene da anni anche in Italia, la comunita’ romena viene accusata di inviare bambini per derubare i turisti e i viaggiatori.
La societa’ di trasporto SNCF sui cui treni sono apparse le note incriminate, si e’ scusata pubblicamente indicando un suo dipendente come responsabile del gesto razzista e prendendo le distanze da tale atto.
Il sito Roumanophilie ha denunciato in Francia la comparsa di una decina di siti anti-romeni su Facebook paragonando l’insorgenza razzista francese a quella gia’ conclamata in Italia. Anche qui la comunita’ romena viene spesso accomunata erroneamente alla comunita’ Rom, generando reazioni di razzismo generalizzato che colpiscono la nazione romena nel suo complesso. La Romania ospita la piu’ grande comunita’ Rom in Europa ed e’ l’unica nazione europea ad aver fin’ora concesso loro i documenti.
Per saperne di piu’ sulla Romania; Une Autre Roumanie e Bucarest
Rimanendo in tema, domenica 21 febbraio Tommaso Labranca ha presentato durante la trasmissione “Che Tempo che Fa”, il suo ultimo libro dal titolo “Haiducii” ;
“Nel 2004 una oscura band dal nome Haiducii ci sorprese con un brano in rumeno al tempo stesso insopportabile e incancellabile: Dragostea din tei. Qualcuno tradusse in italiano il termine haiducii con eroi. Traduzione imprecisa, ma che ha spinto l’Autore a pensare: chi sono gli eroi attuali?
Sicuramente quelli che resistono in un Paese straniero, alle prese con una lingua non propria, con abitudini non proprie e che cercano disperatamente di rendersi simili agli autoctoni, massacrandosi di bollettini postali, condividendo i sogni e il superfluo. Nicolae Petrescu, la moglie Liana Pop e le loro due figlie sono gli eroi di questo neoromanzo d’appendice. Vicini di casa del narratore, i quattro osservano incantati il paradiso delle merci che li circonda e la facilità con cui le finanziarie permettono loro di accedervi. Ma è sempre una felicità fugace perché la loro vita è uno slalom tra cattiverie di perfide padrone di casa, prepotenze di lavoratrici insoddisfatte, sogni che si infrangono quando i conti non tornano. E soprattutto tanta diffidenza da parte di persone ignoranti che tendono a far coincidere il romeno con il cattivo.
Invece i Petrescu sono candidi, ingenui, quasi bambini nel modo in cui affrontano tutte quelle difficoltà, aiutati anche da una profonda fede evangelica. Nel descriverli, l’Autore si è ispirato ai caratteri e alle disavventure di una vera famiglia rumena, originaria di Iaşi, di cui è stato realmente vicino di casa.
Narrato in maniera destrutturata, in una serie di capitoli ambientati in anni diversi, a volte persino nel passato o in un improbabile futuro, e con un finale inatteso che spiega questa strettura, Haiducii non è un romanzo buonista, come si potrebbe pensare. I romeni non vi sono dipinti come vittime né come carnefici, ma come esseri umani capaci di sbagliare, ma il cui unico sogno è cercare di vivere in maniera dignitosa. Gli italiani, invece, rimediano una figura non dignitosa, carichi di una arroganza immotivata che, pur non sconfinando mai nel razzismo, tende ad applicare quell’atteggiamento brillantemente definito da un filosofo francese homo homini pitbull.
Haiducii è stato pubblicato in versione parziale sul settimanale italiano Film TV nell’estate del 2009 e ora viene proposto nella sua versione integrale in un volume uscito per Excelsior1881.
Trovate tanti altri dettagli e curiosità sul libro nel minisito dedicato.
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